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14 Feb 2013

DOVE L' ENERGIA EOLICA COSTA MENO DEL CARBONE...

"Ecco qua, ce lo si aspettava, e ora finalmente abbiamo la notizia sul New Scientist:
In alcuni paesi del mondo è già più economico costruire un parco eolico anzichè una centrale a carbone ! Pian piano lo diventerà in tutti i paesi, e poi sarà il turno del solare e del fotovoltaico"
(Notizia segnalata da ZeitGeist Italia)

Per altri grafici e fonti: World Wind Energy ASsociation



18 Jan 2009

China goes green


Per rimanere in tema di primati...
è fresco l’annuncio che sarà costruita
in Cina la centrale solare fotovoltaica
più grande del mondo
(1): avrà una
potenza installata di 1 GigaWatt.
(Un segnale importante più a livello
simbolico che pratico, se si pensa che solo
nel 2006 sono state installate centrali a carbone
per una potenza complessiva di 90 GW).



Il progetto, che partirà quest'anno, si inserisce nel crescente impegno della Cina
nel settore ambientale:
uno sforzo comprensibile visto l’altro primato che nel 2008 ha
raggiunto ufficialmente: quello di maggiore inquinatore mondiale in assoluto (2).
Un primato che le costa parecchio:
“I costi dell'inquinamento ambientale in Cina sono esorbitanti: si attestano tra l'8% e il 12%
del Pil, sebbene altre stime parlino di cifre anche più elevate” (3).


Ma non si può dire che la Cina manchi di lungimiranza, infatti da più di un decennio
attira
, e con ritmo crescente, investimenti stranieri nel campo ambientale e delle
energie rinnovabili
(anche l’Italia ha avviato numerosi progetti di cooperazione
su questi temi... "in cambio" di crediti per gli obiettivi di Kyoto).



Una politica ambientale che nel 2008 ha
permesso alla Cina di raggiungere addirittura
il terzo posto mondiale per attrattività
degli investimenti
nelle energie rinnovabili,
nella classifica stilata dalla Ernst & Young
(4).

(Interessante notare che l’Italia, nonostante
tutto, compare al 7 posto!)




Note:
1) http://www.inhabitat.com/2009/01/06/china-announces-worlds-largest-solar-plant/
2) assoluto e non procapite: il primato procapite resta infatti saldamente nelle mani degli Stati Uniti;
fonte BBC News; http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/7347638.stm

3) i costi comprendono le spese dovute ai dissesti idrologici, all'inquinamento delle acque potabili,
i costi sanitari delle malattie da inquinamento ecc...; fonte: Deutche Bank Research, citata da “e-gazette.it”

4)
E&Y: multinazionale inglese specializzate nella consulenza finanziaria; fonte: Financial Times,
http://www.ft.com/cms/s/0/b11fd818-6d79-11dd-857b-0000779fd18c.html

6 Dec 2008

2. Peak Oil 2/3



..........continua da 1/3


Perchè il picco dovrebbe avere
conseguenze drastiche?
(Il picco è
a metà delle riserve, mica alla fine!)
Innanzitutto i sostenitori della teoria
del Picco sottolineano che la prima metà
delle riserve è quella più facile da estrarre,
mentre in seguito i costi
di estrazione
sono destinati ad aumentare progressi-
vamente
, a prescindere
dagli sviluppi delle
tecnologie di ricerca ed estrazione.
“Non stiamo esaurendo il petrolio, ma stiamo esaurendo il petrolio a buon mercato” (Ugo Bardi*)

In secondo luogo, nella fase di declino la produzione non è più parallela alla domanda che
continua invece a crescere (
basti pensare alla sete dei paesi in via di sviluppo) divergendo
velocemente dall'offerta. Ne consegue la scarsità sul mercato e l'aumento dei prezzi.

Quali potrebbero essere queste conseguenze?-recessione strutturale dell’economia globale;
-messa in crisi delle fondamenta del nostro “life-style, strettamente legato al petrolio;
- aumento della tensione internazionale (basta pensare che la maggior parte delle riserve si
trovano in medioriente).

-accellerazione delle emissioni di CO2 dovute ad una ripresa massiccia dell’utilizzo del
carbone (quindi accellerazione del Global Warming);


Tesi che non sono sostenute solo dagli analisti più critici, ma da un numero crescente
di studi come quello commissionato nel 2005 dall’ US Energy Department e coordinato da
Robert Hirsh* riconosciuto analista e consulente energetico americano, che ha appoggiato
senza mezzi termini gran parte delle tesi più estreme.

continua..........

1 Dec 2008

1. Peak Oil 1/3
















"Il Picco del Petrolio” rappresenta un tema centrale del panorama energetico globale.
Ho deciso quindi di inserirne una sintesi all'inizio di questo Blog, per poter
correttamente situare le energie rinnovabili nel contesto più ampio.
In seguito il Blog proseguirà con contributi più focalizzati sul tema delle energie rinnovabili,
con l'obiettivo di essere una finestra aperta di condivisione, aggiornamento e stimolo
su questo tema!


The Peak Oil (Il picco del petrolio)
Il termine “picco del petrolio” è tecnicamente definito come il momento in cui metà
delle riserve totali risulta già estratta, considerando anche le stime dei giacimenti
ancora da scoprire.

Secondo alcune teorie (basate sulla teoria della curva di Hubbert*), da quel momento in poi
la produzione del petrolio è destinata a diminuire con velocità crescente
,
con conseguenze drammatiche per l’economia e per gli equilibri politici mondiali,
se non bilanciate per tempo da fonti alternative di energia.


Quando potrebbe succedere?

Il tema è stato dibattutto per anni dagli esperti del settore, vedendo contrapposti
gli “ottimisti” (tra cui le agenzie EIA* e CERA*) che lo stimavano non prima del 2030
e i “pessimisti” (una lunga lista di studiosi e analisti) che lo prevedevano molto prima,
alcuni già nel primo decennio del duemila.

In particolare questi ultimi contestano agli “ottimisti” la scelta di basare le loro previsioni
sulle stime delle riserve dichiarate dai paesi produttori, secondo molti gonfiate
per motivi politici
.

Nel 2007 ha fatto scalpore l’allarmante studio del gruppo “Energy Watch Group”*
che affermava, in base a nuovi metodi di analisi, che il picco era gia stato raggiunto
da un anno
!

..........continua