Con l’approvazione del discusso decreto “Mille Proroghe” (25 Febbraio)
è stato appena rimandata di un anno l’applicazione dell’ obbligo
di inserire le energie rinnovabili negli edifici di nuova costruzione (1).
Un'altro passo indietro nella normativa per l'edilizia ecologica che si aggiunge
alla recente abolizione dell’ obbligo della certificazione energetica (2)
e al tentativo di tagliare drasticamente le detrazioni del 55% previste
per gli interventi edilizi di rivalutazione energetica, sventato solo grazie
ad una sollevazione della società civile e delle associazioni di settore.
L’abolizione/proroga delle due leggi citate è una vera beffa per tutti quelli
che avevano salutato con ottimismo i timidi passi positivi dell’Italia in questo
campo, e un'altra inosservanza delle direttive europee rispetto alle quali
l'Italia è già in testa alla lista degli stati meno virtuosi e più multati (3).
La rilevanza di queste direttive è ancora più evidente
se si considera che il settore dell'edilizia è valutato
come quello responsabile del maggior consumo
energetico globale, e allo stesso tempo quello con le
maggiori potenzialità di risparmio tramite le energie
rinnovabili e le pratiche di efficienza costruttiva (4).
Non è un caso che questo tema da tempo figuri tra le
priorità dei governi Europei e ora, con Obama, anche
degli Stati Uniti: nazioni che recentemente ne hanno
riconosciuto anche il valore strategico nella lotta
all’attuale crisi economica e alla disoccupazione.
Purtroppo il nostro governo sembra vivere su un altro pianeta: meglio continuare
a disperdere energie con un edilizia inefficiente... tanto se poi l’elettricità non basta
"no problem": ci sono le centrali nucleari!
Note:
(1) norma introdotta dal governo Prodi nel 2008. Dettagli sul sito Ansa.it.
(2) nell’ottobre 2008 è stato abolito l’obbligo di allegare l’attestato energetico all’atto di compravendita di un
immobile. Obbligo introdotto nel 2005 dal precedente Governo Berlusconi (!) in base ad una direttiva Europea
del 2002. Il governo obietta che rimane comunque l’obbligo di redigerlo... ma non è specificato in che tempi
e che strumenti di controllo saranno attuati... quindi un’abolizione nei fatti, almeno fino alla auspicata comparsa
delle norme applicative (attese dal 2005!). link: www.vultimum.it
(3) E’ già in corso una procedura di infrazione da parte della comunità Europea. Quanto agli obblighi internazionali
sulle emissioni di CO2 del nostro Paese, Kyoto Club informa che il ritardo sugli obiettivi impostici dal protocollo
di Kyoto già ci costano circa 900 milioni di euro in sanzioni. ww.vultimum.it
(4) il risparmio energetico potrebbe arrivare a più del 30% entro il 2020 secondo il report del McKinsey Global
Institute: “Curbing Growth: The Energy Productivity Opportunity-Residential sector” (2007)
* GRAFICO: uno studio dell’ US E.I.A. indica l’edilizia come il settore umano che consuma più energia ed emette
più gas serra (sommando l’energia richiesta dall’ediliza e dall'industria relativa: cementi, arredi di interni ecc.)
Stimolato dai commenti che ho ricevuto sul tema
dello sviluppo sostenibile segnalo il sito:www.decrescita.it,
finestra italiana di un movimento
di pensiero che mette in discussione alla radiceil mito dello “Sviluppo infinito” ponendo la decrescita
come base di un nuovo modello economico
compatibile con l’equilibrio tra uomo e pianeta.
Il movimento ha come riferimento l'economista e filosofo
francese Serge Latouche, che tra i primi ha dato
visibilità e solidità argomentativa a questo concetto.
Il tema non può non toccare il mondo delle energie
rinnovabili: ha senso pensare allo sviluppo di queste
nuove forme di energia senza modificare anche
l'attuale sistema economico e di consumi?
(Spunto tratto dall'articolo "decrescita, l'opzione per un futuro
sostenibile" di Maurizio Testa, www.rinnovabili.it, segnalatomi da Antonia!)

Per rimanere in tema di primati...
è fresco l’annuncio che sarà costruita
in Cina la centrale solare fotovoltaica
più grande del mondo (1): avrà una
potenza installata di 1 GigaWatt.
(Un segnale importante più a livello
simbolico che pratico, se si pensa che solo
nel 2006 sono state installate centrali a carbone
per una potenza complessiva di 90 GW).
Il progetto, che partirà quest'anno, si inserisce nel crescente impegno della Cina
nel settore ambientale: uno sforzo comprensibile visto l’altro primato che nel 2008 ha
raggiunto ufficialmente: quello di maggiore inquinatore mondiale in assoluto (2).
Un primato che le costa parecchio:“I costi dell'inquinamento ambientale in Cina sono esorbitanti: si attestano tra l'8% e il 12%
del Pil, sebbene altre stime parlino di cifre anche più elevate” (3).
Ma non si può dire che la Cina manchi di lungimiranza, infatti da più di un decennio
attira, e con ritmo crescente, investimenti stranieri nel campo ambientale e delle
energie rinnovabili (anche l’Italia ha avviato numerosi progetti di cooperazione
su questi temi... "in cambio" di crediti per gli obiettivi di Kyoto).

Una politica ambientale che nel 2008 ha
permesso alla Cina di raggiungere addirittura
il terzo posto mondiale per attrattività
degli investimenti nelle energie rinnovabili,
nella classifica stilata dalla Ernst & Young (4).
(Interessante notare che l’Italia, nonostante
tutto, compare al 7 posto!)
Note:
1) http://www.inhabitat.com/2009/01/06/china-announces-worlds-largest-solar-plant/
2) assoluto e non procapite: il primato procapite resta infatti saldamente nelle mani degli Stati Uniti;
fonte BBC News; http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/7347638.stm
3) i costi comprendono le spese dovute ai dissesti idrologici, all'inquinamento delle acque potabili,
i costi sanitari delle malattie da inquinamento ecc...; fonte: Deutche Bank Research, citata da “e-gazette.it”
4) E&Y: multinazionale inglese specializzate nella consulenza finanziaria; fonte: Financial Times,
http://www.ft.com/cms/s/0/b11fd818-6d79-11dd-857b-0000779fd18c.html
La penisola Iberica, tra le regioni Europeepiù attive nel campo delle rinnovabili,può vantare ora un nuovo record:Nei primi giorni di Dicembre è stata completata
e messa in funzione la più grande centrale
eolica onshore (cioè situata sulla terraferma)
Europea. Si trova a Ventominho, nel Nord
Ovest del Portogallo, al confine con la Spagna. Ha una capacità potenziale di 240 Mega Watts
ottenibile grazie a 120 turbine distribuite
su un area di 30 Km quadrati.Le turbine sono fornite dalla tedesca Enercon, mentre la proprietà del progetto è per l'85%
in partnership tra le società EDF EN Portugal, filiale di EDF Energies Nouvelles (francese)
e Eolverde, consociata di Endesa, la più grande società elettrica spagnola. (Giusto per sottolineare che Germania, Spagna e ora anche Francia... in questo campo c'entrano sempre!).Confronti: -maggiore centrale fotovoltaica europea (Spagna, Olmedilla): intorno ai 60 MWatts;
-maggiore centrale eolica europea off-shore (Belgio, Thorntonbank) 300 MW, (ma è in progetto
in UK una centrale off-shore da 1'000 MW (London Array), che diventerebbe la maggiore al mondo);
-centrale idroelettrica "Iron Gate" (tra Romania e Serbia), una delle maggiori europee: circa 2'000 MW;
(comparabile come ordine di grandezza alle grandi centrali termoelettriche e alle centrali Nucleari);
(La notizia di questo post è presa da blogeko.libero.it (pag 4/5).
Altre info sono tratte da: wikipedia, www.pvresources.com, www.guardian.co.uk ...)
Tra i tanti grafici e schemi che comparano le diverse forme di energia, questa illustrazione
mi ha colpito per sintesi ed efficacia, anche nell'evidenziare l'importanza tuttora cruciale del petrolio!
(L'immagine e' tratta dal sito "The Oil Drum", con qualche leggera rielaborazione.
Assumptions: "The Three Gorges Dam (China) is rated at its full design capacity of 18 Gigawatts.
A nuclear power plant is rated at 1.1-GW unit (DiabloCanyon plant, California).A coal plant is rated at 500 Megawatts. Wind turbine rated at 1.65 MW (100‑meter blade span)
A solar panel is a 2.1‑Kilowatt system made for home roofs. MORE DETAILS: http://www.theoildrum.com/node/2186)
........continua da 2/3
Ma alla fine... il Picco è stato già raggiunto o no?
Questo Novembre è stato pubblicato l’atteso report “World Energy Outlook” realizzato
dall’IEA*, una delle agenzie più accreditate a livello internazionale (la stessa che solo
un anno fa prevedeva ancora una crescita costante della produzione del petrolio).
Il grafico riassume le conclusioni
dello studio: il picco dei giacimenti
disponibili (in blu) è già stato
raggiunto e la produzione ha
cominciato il declino. La produzione
potrebbe tuttavia rimanere costante
attraverso lo sfruttamento dei
giacimenti ancora da sviluppare
e quelli ancora da scoprire (in
azzurro e rosso), che però
richiedono ingenti investimenti.
Per riuscirci queste “potenziali” risorse dovranno essere in grado di arrivare entro il 2030
ad una produzione pari a 4 volte quella attuale dell’Arabia Saudita... il maggiore
produttore mondiale! Mentre la domanda, sottolinea ancora lo studio, non è affatto destinata
a rimanere costante, ma ad aumentare sotto la spinta dei paesi in via di sviluppo,
primo tra tutti la Cina.
Come si concilia questo scenario con il crollo del prezzo del petrolio legato alla crisi economica?
L’IEA, in linea con l’opinione di molti altri analisti, sottolinea che forti oscillazioni
del prezzo del petrolio saranno ricorrenti nel breve periodo, ma che non impediranno
la sua inesorabile crescita: non va quindi sottovalutata la necessità di urgenti e massicci
investimenti per evitare un drastico declino della produzione e danni strutturali
irreversibili al nostro sistema economico.. e all’ambiente.
In poche parole l'unica soluzione per ora è trovare nuovo petrolio... e in fretta!
Che poi questo sia possibile, aggiungono molti analisti, è tutto da vedere!
Nell'attesa degli sviluppi, chi volesse correre ai ripari può affidarsi ad una delle tante guide
per la sopravvivenza nell’era post-picco disponibili nella rete, come
http://www.postpeakliving.com che propone tra i vari consigli pratici anche un kit di
auto-produzione del Chianti per chi non volesser rinunciare al buon vino in tempi di crisi!
Bibliografia e note, vedi a lato*.
Ringrazio la mia famiglia per il contributo alla revisione finale di questa sintesi.

..........continua da 1/3
Perchè il picco dovrebbe avere
conseguenze drastiche? (Il picco è
a metà delle riserve, mica alla fine!)Innanzitutto i sostenitori della teoria
del Picco sottolineano che la prima metà
delle riserve è quella più facile da estrarre,
mentre in seguito i costi di estrazione
sono destinati ad aumentare progressi-
vamente, a prescindere dagli sviluppi delle
tecnologie di ricerca ed estrazione.
“Non stiamo esaurendo il petrolio, ma stiamo esaurendo il petrolio a buon mercato” (Ugo Bardi*)
In secondo luogo, nella fase di declino la produzione non è più parallela alla domanda che
continua invece a crescere (basti pensare alla sete dei paesi in via di sviluppo) divergendo
velocemente dall'offerta. Ne consegue la scarsità sul mercato e l'aumento dei prezzi.
Quali potrebbero essere queste conseguenze?-recessione strutturale dell’economia globale;
-messa in crisi delle fondamenta del nostro “life-style”, strettamente legato al petrolio;
- aumento della tensione internazionale (basta pensare che la maggior parte delle riserve si
trovano in medioriente).
-accellerazione delle emissioni di CO2 dovute ad una ripresa massiccia dell’utilizzo del
carbone (quindi accellerazione del Global Warming);
Tesi che non sono sostenute solo dagli analisti più critici, ma da un numero crescente
di studi come quello commissionato nel 2005 dall’ US Energy Department e coordinato da
Robert Hirsh* riconosciuto analista e consulente energetico americano, che ha appoggiato
senza mezzi termini gran parte delle tesi più estreme.
continua..........